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venerdì 23 aprile 2010

FATTORE DI PROTEZIONE DEI SOLARI:

INFORMAZIONI CHIARE E TRASPARENTI PER EVITARE INCOMPRENSIONI E DUBBI

Com’erano le cose fino ad ora:

Fino a prima della nuova normativa europea (già definita e che entrerà in vigore nel 2013) nella classificazione dei prodotti solari si consideravano solo i raggi UVB. L’efficacia dei filtri solari nei confronti di tali raggi si valutava con il fattore di protezione (Sun Protection Factor: SPF) che indica il rapporto tra la dose minima che causa eritema di esposizione al sole con filtro e senza filtro. In altre parole, una persona che può stare al sole senza scottarsi per 10 minuti con un filtro solare a protezione 6 potrà stare al sole senza scottarsi per 60 minuti.

Problemi che si sono evidenziati con questa metodologia:

Con il progredire delle conoscenze ci si è resi conto che le cose non erano e non sono così semplici: occorre infatti prestare attenzione (ancora una volta concedetemi di rinnovare l’invito all’acquisto critico) ad alcuni importanti informazioni su cui spesso molte aziende avevano la tendenza ad non approfondire. Poiché il fattore di protezione viene valutato con una metodica standard in laboratorio, non possiamo pensare di fare questi conti nella realtà. Infatti il test è condotto utilizzando 2 mg/cm2 di prodotto spalmato in modo omogeneo. Si è infatti verificato che nelle reali condizioni di utilizzo il consumatore mediamente ne utilizza circa la metà. La protezione nelle reali condizioni d’uso può quindi molto spesso essere minore di quella indicata sulla confezione.

Rimedi e migliorie al metodo di classificazione:

Al fine di promuovere e garantire un uso più consapevole e corretto dei prodotti solari i legislatori europei hanno giustamente rilevato che la codifica delle creme con i numeri SPF crea spesso false aspettative (perché come abbiamo visto prima si riferisce a condizioni d’uso che molto difficilmente sono quelle reali) e confusione perché non tutti ne conoscono il significato. La raccomandazione dell’UE sull’etichettatura dei prodotti solari prevede quindi una maggior chiarezza rispetto all’uso dei soliti fattori di protezione.

Nuovo approccio alla classificazione

Sono state definite solo 4 categorie di classificazione. Queste categorie, possono essere certamente accompagnate da indicazioni “numeriche”, ma sono comunque da sole sufficienti a definire la protezione secondo il seguente schema ufficiale:

•BASSA PROTEZIONE: corrisponde a SFP 6 – 15
•MEDIA PROTEZIONE: corrisponde a SFP 15 – 30
•ALTA PROTEZIONE: corrisponde a SPF 30 -50
•ALTISSIMA PROTEZIONE: corrisponde a SPF 50+
Allo scopo di evitare messaggi ingannevoli saranno inoltre vietate diciture come “protezione totale” (o “sun block“): ricordate che non esistono filtri in grado di dare questo tipo di copertura né di proteggere al 100% dalle radiazioni solari.
Per SPF minore di 6 non si può vantare alcuna protezione solare.

Nuove informazioni ai consumatori

La nuova normativa, che abbiamo prontamente recepito e adottato anche se non in obbligo di farlo, esorta e invita anche a informare i consumatori fornendo indicazioni generali per meglio evitare i rischi dell’eccessiva esposizione al sole. Sul volantino promozionale della linea Bioearth Sunline infatti abbiamo dedicato una pagina intera a fornire le indicazioni generali suggerite dall’Europa in materia di esposizione al sole.

La questione dei raggi UVA

Un altro elemento fondamentale introdotto dalla nuova normativa è il riferimento alla qualità delle protezione che deve tenere conto anche dei raggi UVA. Si è deciso che il fattore minimo di protezione degli UVA sia almeno 1/3 del fattore solare UVB indicato.

Il “vecchio” modo di classificare i solari solo con il SPF può dunque essere pericoloso per il consumatore. Se infatti si compra un prodotto solo per l’informazione (che abbiamo visto essere già fuorviante per la diversità tra la teoria e le condizioni d’uso) fornita dal SPF, se tale prodotto ha elevato SPF ma bassa protezione UVA, si rischia di sentirsi erroneamente protetti e quindi di esporsi eccessivamente rischiando conseguenze.

L’approccio Bioearth ai prodotti solari: Bioearth Sunline

Nello sviluppare la nostra nuova linea Bioearth Sunline abbiamo tenuto conto delle nuove indicazioni. Poiché pensiamo a noi stessi come ai primi clienti Bioearth ci siamo sentiti in dovere di proporre dei prodotti che fossero in linea con le indicazioni di sicurezza più evolute. Sarebbe certamente stato più facile e economico utilizzare i criteri tradizionali, ancora ammessi dalla legge fino al 2013. Ma poiché noi utilizziamo veramente i prodotti che produciamo sarebbe stato come tradire le nostre convinzioni e deludere noi stessi prima che gli altri nostri clienti.

Il risultato è che dopo mesi di prove e ricerche abbiamo formulato una linea di prodotti solari che rappresenta quanto di meglio il mercato internazionale possa offrire per pulizia delle formule, realizzate con basi AIAB compatibili, gradevolezza e efficacia protettiva.

L’efficacia e la sicurezza dei prodotti sono affiancate da informazioni trasparenti e complete. Perché secondo noi questo è come deve lavorare chi crede veramente nella cultura del naturale.

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